Durante la Prima Guerra Mondiale l
’Altopiano di Asiago fu l’unico luogo che visse in prima linea tutti i 41 mesi del conflitto e tra le sue montagne gli eserciti italiano e austro-ungarico combatterono scontri sanguinosissimi, tra cui la tristemente famosa “Strafexpedition”. Fu sul pianoro del
Monte Cengio, ultimo baluardo montano a guardia della pianura vicentina, che la
Brigata dei Granatieri di Sardegna si batté fino alla morte per difendere le linee italiane. Di quelle eroiche vicende restano a testimonianza
gallerie, trincee, baraccamenti e postazioni militari: un museo all’aperto che è diventato memoria collettiva.
L’itinerario del Monte Cengio ha un grande valore storico ed è tra i più suggestivi dell’Altopiano. Il sentiero parte dal Piazzale Principe di Piemonte di Tresché Conca, a quota 1286 metri, è lungo sei chilometri e segue quello dell’ardita mulattiera di arroccamento costruita a picco sulla Valdastico. Il percorso si percorre a piedi in due ore e mezza, è sempre protetto da un corrimano di funi di acciaio e ha un dislivello di circa 200 metri.
L'intera zona è considerata Sacra alla Patria e tra i punti di interesse visitabili ci sono la Granatiera, la Galleria Comando, la Galleria Cannoniera. Una volta giunti nel Piazzale dei Granatieri troverete la chiesetta dedicata ai valorosi combattenti della Brigata Sardegna. A loro è dedicata la statua esterna fatta di schegge di granate esplose.
La Brigata Granatieri di Sardegna aveva subito perdite che, a detta dell'Ufficio Storico del Ministero della Guerra, “sono tra le più gravi che ricordi la storia militare”. Nel 1923 il Comune di Cogollo, in ricordo delle epiche gesta, propose ed ottenne di aggiungere al nome “Cogollo” la dizione “del Cengio”, prendendo, da allora il nome di Cogollo del Cengio.